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L'uso frequente di cannabis aumenta il rischio di infarto e ictus

Lo conferma una nuova ricerca made in Usa che ha coinvolto oltre 430mila adulti.

 

Relazione cannabis con infarto e ictus

Cannabis: meno consapevolezza, più consumo, più rischi per il cuore

Diversi studi hanno già dimostrato che il consumo di cannabis è associato a malattie cardiache aterosclerotiche. Ad esempio, il tetraidrocannabinolo – un composto attivo della cannabis – è risultato aumentare il rischio di sincope, ictus e infarto del miocardio.

 

Perché, allora, una nuova ricerca made in Usa? Perché negli Stati Uniti il consumo di cannabis tra gli adulti è aumentato dal 10% nel 2002 al 18% nel 2019, con ogni probabilità anche per il fatto che, nello stesso arco di tempo, è diminuita dal 50% al 28% la percentuale di persone convinte che il consumo di cannabis è associato a rischi per la salute.

 

Per lo stesso motivo torniamo ancora una volta sull’argomento riportando i risultati di questo studio: tenere alta l’attenzione sull’associazione tra consumo di cannabis e patologie cardiovascolari è fondamentale.

 

Una ricerca molto ampia

Pubblicato recentemente sul Journal of the American Heart Association, lo studio che ha dimostrato che l’uso frequente di cannabis aumenta il rischio di ictus, infarti e coronaropatie, e che la probabilità aumenta al crescere del consumo, ha coinvolto oltre 430mila persone tra 18 e 74 anni.

 

Per determinare l'associazione tra consumo di cannabis ed esiti cardiovascolari tra la popolazione di riferimento, gli scienziati hanno analizzato i dati 2016-2020 del Behavioral Risk Factor Surveillance Survey, un'indagine telefonica condotta annualmente dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti.

Di queste decine di migliaia di individui, il 4% ha segnalato di consumare prodotti della cannabis ogni giorno, e il 7% di farne un uso meno frequente.

 

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Uso di cannabis: quali rischi per il cuore

Qualunque sia la frequenza dell’utilizzo di cannabis, l'analisi ha indicato un'associazione significativa del consumo di cannabis con diversi rischi: infarto miocardico, ictus e coronaropatie. Peraltro, Il rischio di eventi cardiovascolari aumenta con l'aumentare della frequenza del consumo di cannabis.

 

Nel valutare il rischio, lo studio ha tenuto in considerazione anche altri fattori di rischio cadiovascolare, dal peso all’abitudine al fumo di sigaretta, dalla sedentarietà al consumo di alcol (particolarmente significativo proprio tra i consumatori abituali di cannabis): per coloro che consumano cannabis e rientrano in queste categorie, la probabilità di infarto e ictus risulta maggiore di oltre il 40% rispetto alle persone che non ne fanno uso.

 

Analizzando nello specifico gli adulti consumatori di cannabis che non avevano mai fumato sigarette di tabacco – la cannabis si può fumare, ma anche vaporizzare o ingerire –, la forte associazione tra il consumo di cannabis ed esiti cardiovascolari è risultata simile tra coloro che non avevano mai fumato sigarette di tabacco e il resto del campione. Tra i non consumatori di tabacco e di sigarette elettroniche, in particolare, l'utilizzo di cannabis ha mostrato associazioni significative con l'ictus e l'esito composito, ma non con la malattia coronarica e l'infarto del miocardio.

 

Un altro dato interessante emerso dalla ricerca è che, tra gli uomini di meno di 55 anni e le donne di meno di 65 anni a rischio di malattie cardiovascolari premature, il consumo di cannabis è associato in misura significativa a un aumento del rischio di tutti gli eventi cardiovascolari presi in considerazione.

 

 

08/03/2024
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