Adolescenti, quanto ne sanno del cuore?È la domanda che ci siamo posti due anni fa e nuovamente oggi per capire quanto, nella percezione dei più giovani, la diffusione e la gravità delle malattie cardiovascolari sono state “cannibalizzate” dal Covid?
Per avere il polso della situazione la nostra Fondazione ha pensato di proporre, nell’ambito dell’indagine annuale sugli stili di vita degli adolescenti realizzata da Associazione Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, alcuni quesiti specifici relativi a questo tema.
Nell’indagine – che ha interessato un campione nazionale rappresentativo di 8500 studenti di età compresa tra i 12 e i 19 anni ed un campione milanese di oltre 2000 casi – sono state quindi poste alcune domande per capire quale fosse, secondo gli adolescenti, la malattia più diffusa e quale quella che causa maggiore mortalità tra tumore, malattie cardiovascolari, diabete e Covid 19.
La domanda (ovviamente senza il Covid) era già stata posta nell’edizione 2019 della stessa indagine, il che ci ha consentito – con piena consapevolezza da parte nostra e dei ricercatori del fatto che l’inserimento del Covid-19 avrebbe certamente modificato le percentuali riferite alle altre patologie – un confronto temporale interessante.
L’obiettivo della nuova edizione è stato quindi proprio capire come si sarebbe distribuito, tra le altre patologie, il calo derivante dall’inserimento del Covid.
Adolescenti, poca consapevolezzaI risultati ottenuti relativi ai soli studenti delle scuole superiori (vedi tabelle) descrivono una situazione molto articolata: se ci si riferisce alla percezione della diffusione delle diverse patologie, la percentuale (26% dato nazionale, 27,7% dato di Milano) attribuita al Covid-19 ha fatto scendere sensibilmente il dato relativo al tumore mentre, se ci si riferisce alla percezione delle malattie come causa del maggior tasso di mortalità, a “fare le spese” del Covid sono state prevalentemente le malattie cardiovascolari che passano, nell’indicazione da parte di ragazze e ragazzi, dal 30,6% a poco più del 16%.
Poca fiducia nella prevenzioneDal 2019 a oggi è anche diminuita sensibilmente la percentuale degli adolescenti che ritiene che esistano strumenti e comportamenti idonei a prevenire le malattie cardiovascolari (66,7% nel 2019, 55,4% oggi).
In questo caso, però, i ricercatori spiegano che il calo non è dato dal “conflitto” con il Covid, perché la risposta era indipendente. Più probabilmente deriva da una sfiducia più generalizzata, determinata dalla situazione complessiva in cui ci siamo trovati a vivere in questi anni.
Si riscontra una grande omogeneità, inoltre, tra il dato nazionale e quello milanese, così come non sono sensibili neanche le differenze tra le risposte date dalle ragazze e quelle date dai ragazzi.
Le differenze tra percezione e realtàPurtroppo la percezione degli adolescenti non descrive la realtà dei fatti che assegna invece proprio alle malattie cardiovascolari il non invidiabile primato come causa di morte e che attribuisce alla prevenzione un ruolo fondamentale.
La combinazione delle due sottovalutazioni – quella delle malattie cardiache come causa di mortalità e quella delle opportunità offerte dalla prevenzione – rischia di tradursi in un disincentivo, per gli adolescenti, a porre attenzione a quei comportamenti – il fumo, la sedentarietà, la cattiva alimentazione… – che sono tra le cause delle malattie cardiovascolari.
Il quadro rilevato dall’indagine non può che essere una spinta a incrementare a tutti i livelli gli interventi di sensibilizzazione e prevenzione mirati agli adolescenti.
Che cosa è stato fatto, che cosa si può fareLa Fondazione realizza già da oltre 10 anni il Progetto Scuola in collaborazione con il Cardio Center dell’Ospedale Niguarda, finalizzato proprio a insegnare agli adolescenti quanto sia importante porre attenzione fin da giovani perché il cuore possa continuare a funzionare al meglio e il più a lungo possibile.
Un ulteriore aiuto potrà venire dall’attuazione della Legge 116/2021 “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici ed automatici” che promuove la diffusione e l’utilizzazione dei Defibrillatori Automatici Esterni (DAE) anche in luoghi, come scuole e società sportive, ad alta concentrazione di adolescenti.
La norma prevede anche la formazione degli adolescenti stessi, fin dalle scuole medie, sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base e sull’uso del defibrillatore semiautomatico e automatico, da effettuare attraverso la collaborazione e l’intervento diretto di strutture sanitarie e di organizzazioni come la Fondazione A. De Gasperis.
Dal nostro punto di vista si tratta di un’occasione straordinaria per fornire a ragazze e ragazzi informazioni corrette anche sulla diffusione e la pericolosità delle patologie cardiache, e sull’opportunità di prevenirle. Per questo, non appena saranno emanate le linee guida previste a completamento della nuova norma contiamo di ampliare il nostro impegno in questa direzione, come sempre in sinergia con il Cardio Center dell’Ospedale Niguarda.
|