Le abitudini del lockdown che fanno bene al cuoreOra che il lockdown ha allentato le sue maglie, è tempo di fermarsi a riflettere su quanto, al di là della sua funzione primaria di contenimento della pandemia Covid-19, questo periodo non facile per molte ragioni ci ha lasciato di buono. E, in particolare, di buono per il cuore. Forse non ci diventerà simpatico, ma ci renderemo conto che possiamo trarne qualche vantaggio anche per il ‘post’.
Il terreno al quale ci riferiamo è quello delle abitudini e stili di vita. Comportamenti semplici che, proprio perché divenuti abituali durante la clausura obbligatoria, non comporterà alcuna fatica – o comunque una fatica “piccola” rispetto ai benefici – mantenere in auge. L’esempio più immediato, quello che viene in mente a tutti, è il fatto di lavarsi le mani più spesso di quanto non facessimo prima: un gesto semplice che per molti è diventato spontaneo, naturale, specie quando si rientra a casa o prima di mettersi a tavola.
Di quali piccoli “comportamenti amici del cuore” appresi e assimilati nel periodo di lockdown possiamo far tesoro con poco sforzo e in modo permanente?
Prima di entrare nel merito, una considerazione trasversale: in genere si tratta di azioni legate al fatto di avere avuto, nella fase di confinamento obbligato, più tempo a disposizione: più tempo per “fare”, più tempo per apprezzare ciò che abbiamo fatto e più tempo per riflettere sui nostri comportamenti. Detto altrimenti, più tempo per prenderci cura di noi e, più o meno direttamente, di coloro con i quali abbiamo condiviso gli stessi spazi.
Cucinare fa bene al cuore?
Prendiamo, ad esempio, il tempo che molti italiani hanno dedicato alla cucina e alla preparazione dei pasti: fa fede la temporanea scomparsa di farina, lievito e uova dagli scaffali di negozi e supermercati.
Abbiamo imparato a mangiare più frutta e verdura, rendendoci conto che, con un po’ di allenamento e di organizzazione, lavare, sbucciare e, in alcuni casi, far cuocere questi alimenti non richiede poi tanto tempo. Abbiamo incrementato il consumo di legumi, anch’essi alleati preziosi del cuore.
Abbiamo sostituito molti cibi preconfezionati, lavorati e preparati, ma anche alcuni cibi pronti (tutti alimenti dal contenuto elevato di sodio, che del cuore è uno dei più grandi nemici), con pietanze preparate da noi, con la possibilità di dosare (e quindi ridurre progressivamente, o sostituire) ingredienti come il sale, gli zuccheri e i grassi saturi.
Facciamo un regalo a noi stessi: non perdiamo queste nuove abitudini che fanno bene al cuore. Casalinghitudine e movimento
È vero che durante il lockdown e nell’imminenza di ogni cambio di “fase” le indicazioni relative alla pratica dell’attività fisica negli spazi pubblici e/o comuni sono state accompagnate da un susseguirsi di “no”, “sì”, “forse”, “a condizione che” di cui avremmo fatto volentieri a meno. Ma è altrettanto vero che nella “casalinghitudine forzata” i più lungimiranti hanno saputo cogliere spunti utili per modificare il loro comportamenti non in modo temporaneo, ma permanente.
Se per quasi due mesi abbiamo evitato di utilizzare l’ascensore per ridurre il più possibile le probabilità di contagio, ad esempio, perché non continuare a salire e scendere le scale quando usciamo o rientriamo a casa? Con tutte queste settimane di allenamento, non arriviamo più boccheggianti nemmeno dopo la salita.
Se abbiamo evitato di prendere i mezzi pubblici per andare a fare la spesa vicino a casa (e magari prima prendevamo l’autobus anche per fare una sola fermata), perché non regolarci allo stesso modo anche ora?
In entrambi i casi – fare le scale a piedi e camminare a ritmo regolare – si tratta di attività utili a prendersi cura del proprio cuore. |