Una decisione che può trasformare la morte in vitaDa vent'anni i coniugi Green girano per il mondo per promuovere la donazione di organi, da quando il loro piccolo Nicholas di 7 anni perse la vita sulla Salerno-Reggio Calabria. A quel trapianto partecipò Stefano Marianeschi, ora responsabile della cardiochirurgia pediatrica del Cardio Center Degasperis di Niguarda.
"Donare gli organi è la più grande scelta di solidarietà umana che si possa compiere. Tutti possiamo essere donatori potenziali e tutti un giorno potremmo essere riceventi di un organo donato" dice commosso il dott. Marianeschi durante l'incontro avvenuto il 13 marzo presso l'Ospedale Niguarda di Milano.
"Siamo di fronte a una cronica criticità - dice Maria Frigerio, direttore del Dipartimento cardiotoracovascolare, e il trapianto di cuore è quello che soffre di più il gap tra richiesta e disponibilità. E' oggi prioritario e richiede un surplus di risorse. Anche etiche e culturali, a partire dalla maturazione del concetto stesso di dono che comporta per tutti maggiore senso di fiducia e gratuità".
Un sos lanciato anche dal primario di cardiochirurgia Claudio Russo, che spiega "a questa discrepanza tra liste di attesa e disponibilità di cuori può oggi porre rimedio in parte l'assistenza ventricolare (LVAD), sempre più miniaturizzata e meno invasiva".
Ma al centro c'è sempre il senso profondo dell'appello che Reginald Green non si stanca mai di rilanciare: "il dono è altruismo incondizionato che migliora noi stessi e il mondo, in nome della vita. Gli italiani lo hanno sentito e dimostrato".
|