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Testamento solidale

Si sa, noi italiani siamo scaramantici e certi argomenti sono ancora un tabù, come il lascito testamentario. L’idea di fare testamento è associata alla morte, al dolore, a qualcosa che sta arrivando agli sgoccioli e spesso non si fa in tempo. Nel nostro Paese, infatti, secondo i dati meno dell’8 per cento della popolazione decide di fare testamento e lasciare scritte le proprie volontà.

 

Esclusa la Francia, nel resto d’Europa, invece, le cose sono molto diverse, perché il numero delle persone che fa testamento è molto alto, così com’è elevata la percentuale di chi decide di fare anche o esclusivamente un lascito solidale.

 

In Italia, nel 2013 è nato il Comitato Testamento Solidale che ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulla solidarietà testamentaria e negli ultimi anni, in effetti, le cose sono iniziate a cambiare. Secondo alcuni notai, l’abitudine di lasciare un lascito solidale è aumentata del 20 per cento ma soprattutto sta mutando la fisionomia del “benefattore”. Il testamento solidale non è visto più solo come una cosa per gente ricca o comunque benestante, ma per tutti. E se prima era un pratica riservata a chi non aveva eredi, oggi invece sempre più coppie con figli decidono di mettere nero su bianco alcune disposizioni.

 

Secondo i dati di Eurisko, l’età dei testatori, per il 77% dei notai, va dai 60 anni in su, sebbene per il 22% degli intervistati si stia cominciando a delineare un abbassamento dell’età media anche per via del crescente interesse fra i più giovani.

 

Chi non ha fatto un testamento solidale ne ha comunque sentito parlare grazie alla tv (28%), la carta stampata (23%) e il passaparola in famiglia (26%).

 

Chi decide di lasciare una somma più o meno elevata in beneficienza può affidarla a una Ong, a una Onlus. In 8 casi su 10 vengono lasciati beni mobili, come gioielli e soldi e in 2 casi su 10 vengono lasciate proprietà, negozi o appartamenti devoluti per situazioni specifiche.

 

Sempre secondo Eurisko, dietro ci sono sempre ragioni personali, come la sensibilità verso una determinata causa (64%), la vicinanza in vita a una specifica associazione (20%), il desiderio di lasciare un segno di sé fuori dalla propria famiglia (8%), la visione etica della persona (8%). Ma dall’indagine emerge anche che gli italiani orientati al lascito solidale pensano di destinare una parte dei propri avere a più associazioni (dal 27% al 32%), orientando questa scelta secondo una serie di fattori come la serietà e affidabilità dell’associazione o le garanzie sul come è utilizzato il denaro (vale per 6 italiani su 10).

 

 

 

20/06/2017