Questione di genereNella delicata scienza delle posologie dei farmaci le questioni di genere esistono e sono molto importanti. Ecco perché la European Society of Cardiology (ESC) ha realizzato un paper in cui viene stabilito con chiarezza che è necessario definire posologie farmacologiche specifiche in base al sesso per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e fare una corretta prevenzione con prescrizioni terapeutiche adeguate. Perché tra uomo e donna ci sono differenze sostanziali che vanno al di là dal peso corporeo o dei diversi livelli di pressione venosa.
Il punto è che negli ultimi anni tutti i test clinici sono stati compiuti essenzialmente su persone di sesso maschile e quindi tutte le reazioni sulle donne non sono mai state valutate e sono, così, spesso soggette a reazioni indesiderate. Fino ad oggi si reagisce sospendendo il farmaco lasciando la paziente senza una copertura terapica, ma questo apre alla possibilità di incorrere in peggioramenti della patologia.
Il paper dell’ESC, dunque, si pone come obiettivo proprio quello di dettare nuove linee guida che tengano conto di alcuni fattori. Prima di tutto che le donne vivono, generalmente, più a lungo e quindi sono più soggette a eventi cardiovascolari, secondo, alle donne vengono prescritti meno di frequente dei farmaci preventivi e vengono in genere trattate in maniera meno aggressiva degli uomini, terzo, che ci sono differenze di genere anche nella farmacodinamica; l’aspirina ad esempio ha un maggior effetto protettivo contro l’ictus nelle donne e contro l’infarto nei maschi.
Nel documento, dunque, pubblicato online su EuropeanHeart Journal - Cardiovascular Pharmacotherapy, si propone, tra le altre cose, di allegare una scheda tecnica dosaggi specifici per i due sessi ma soprattutto di fare un maggior numero di trial clinici sulle donne.
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