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Cuore e linguaggio, da Dante Alighieri a Fabrizio De André

La scienza ci dice che il cuore è il muscolo che rappresenta il centro della circolazione del sangue. Già prima di arrivare a questa consapevolezza, però, si era compreso il ruolo vitale di quest’organo e lo si identificava, nella credenza popolare, con la sede dei sentimenti, delle emozioni e della vita spirituale dell’uomo.

 

Da qui, spiega la Treccani, “si è formata ed è rimasta nel linguaggio comune una serie ricchissima di locuzioni e frasi figurate, nelle quali il cuore è inteso come la sede dei varî moti dell’animo”. Vediamone alcune.

 

Cuore e sentimenti

Chi non ha mai detto, di un’altra persona, che “è di buon cuore” o, al contrario, che “ha il cuore di ghiaccio”? Chi non conosce il detto “occhio non vede, cuore non duole”?

 

Siamo nel campo dei sentimenti e della sensibilità delle persone, che possono “essere di cuore” e avere “il cuore tenero”, o invece “un cuore duro”, se non addirittura “di pietra”. C’è chi “spezza il cuore” a qualcuno senza preoccuparsene troppo e chi riesce a “toccare il cuore”, cioè commuovere anche le persone più imperturbabili.

 

Perfino Dante, in uno dei passi più noti della Divina Commedia, scrive “Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ’ntenerisce il core”. E Lo stesso Leopardi usa il termine cuore, in questo caso al plurale, come sinonimo di sentimento: “Che pensieri soavi, Che speranze, che cori, o Silvia mia!”.

 

Cuore e amore

Beate le persone a cui qualcuno “ha donato il cuore”, più incerto in destino di quelle a cui, invece, qualcuno lo ha “rubato”. In quest’ultimo caso, chi meglio dell’“amico/a del cuore” per ascoltare le sue pene amorose?

 

Bocca di rosa, nell’omonima canzone di Fabrizio De André, soddisfa le proprie voglie “senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie”. E “il cuore non invecchia”, ci ricorda il mitico Vittorio De Sica infatuato di un’avvenente Sofia Loren molto più giovane di lui in “Pane, amore e…”.

 

Se proprio non vogliamo rischiare turbamenti amorosi, infine, tanto vale partire: “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Se invece siamo innamorati e corrisposti, noi e la nostra lei o il nostro lui siamo “due cuori e una capanna”. Insomma, la combinazione “cuore-amore” è molto più di un’abusata rima poetica.

 

Cuore: desiderio, volontà e coraggio

Qui giochiamo in casa: perché avremmo intitolato l’evento che celebrava i 50 anni della Fondazione “Grazie di cuore”, se non per esprimere il desiderio e la volontà di ringraziare amici e sostenitori? È la stessa volontà che contraddistingue chi “si prende a cuore” qualcosa o qualcuno. Qualcosa o qualcuno che, evidentemente, gli “sta a cuore”.

 

E il coraggio? Mancava al don Abbondio dei Promessi Sposi che, a detta di Alessandro Manzoni, “non era nato con un cuor di leone”. L’esatto contrario di Riccardo Cuor di Leone, al secolo Riccardo I re d’Inghilterra, così valente da meritare questo epiteto. Certo non aveva bisogno che qualcuno “gli desse cuore”, cioè lo aiutasse a riprendersi d’animo!

 

Adesso tocca a te

Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui: preferiamo ascoltare le tue “parole del cuore”. Quali sono lelocuzioni, le espressioni e le frasi figurate che contengono la parola “cuore” e che usi più spesso?

 

Quali hai sentito pronunciare? Quali ti incuriosiscono di più? Scrivile a redazione@degasperis.it: quando ne avremo raccolte abbastanza, le condivideremo con gli altri lettori, qui sul sito della Fondazione.

 

14/02/2020