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Il Covid da un altro punto di vista, tre anni dopo

Come la gestione di una situazione così imprevista e complessa ha permesso di cogliere qualcosa di utile per il futuro, tanto per i medici quanto per i pazienti.

 

Cardio Center pool professionisti alta specializzazione

 

I fatti li conosciamo: all’inizio della pandemia, interi comparti del Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Ospedale Niguarda si sono trovati a dover gestire in prima linea una situazione estremamente difficile e completamente nuova, trasformandosi in reparti Covid.

 

Un pool di professionisti ad altissima specializzazione, fatto di cardiologi, cardiochirurghi e chirurghi del torace, è stato chiamato nel giro di poche ore a dismettere la propria “casacca” e a indossarne una molto più generalista, ma in quel momento fondamentale: la veste di medici incaricati di prendersi cura dei pazienti colpiti dal coronavirus.

 

«Senza falsa modestia», commenta Massimo Torre, direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare di Niguarda, «credo di poter dire che il nostro Dipartimento sia stato con buona approssimazione uno dei migliori nella gestione dei pazienti Covid».

 

La rapidità di reazione con cui l’intero team ha saputo far fronte a una situazione completamente nuova è la conferma di una cultura organizzativa condivisa volta all’efficacia e all’efficienza, ma anche flessibile a sollecitazioni impreviste. E testimonia da un lato la capacità dei vertici di far comprendere la necessità di un passaggio estremamente drastico, e dall’altro quella – dimostrata dai medici e dagli altri professionisti – di cogliere l’importanza della nuova missione e di riconvertire, in un lasso di tempo ridottissimo, la propria cultura professionale e comportamentale.

 

Un grande sforzo, indiscutibilmente. Ricompensato prima di tutto dall’aver salvato molte vite, dall’aver curato un numero notevole di pazienti e dall’aver concorso a ristabilire una situazione di progressiva “normalità” rispetto alla pandemia.

 

Ma uno sforzo ricompensato anche, in qualche modo, proprio dall’unicità dell’esperienza. «Per un medico», riprende Torre, «la gestione di una malattia nuova, sconosciuta, è un’esperienza professionale di proporzioni enormi, da capitalizzare».

 

Un’esperienza utile anche dal punto di vista cardiologico, tali e tante sono state le relazioni tra Covid e malattie cardiache. Tanto che, a valle di questa esperienza, i cardiologi di Niguarda hanno realizzato una quantità notevole di pubblicazioni scientifiche che hanno trovato spazio su riviste prestigiose, andando così ad arricchire il patrimonio delle conoscenze scientifiche condivise nel campo della cardiologia.

 

Infine, un’esperienza importante – specie per i medici più giovani – anche nell’essersi fatti carico di un rapporto medico-paziente completamente diverso di quello della specialità di elezione.

 

09/05/2023