Aiuta la ricerca per combattere la miocardite acuta: presto potremo vederne i risultati
La miocardite acuta: perché combatterla
La miocardite acuta è una forte infiammazione del muscolo cardiaco che colpisce soprattutto uomini dai 20 ai 40 anni: cuori giovani che, se non smettono di contrarsi del tutto, smettono di farlo in modo appropriato. Contrarre una miocardite acuta può voler dire avere aritmie gravi, aver bisogno di un supporto meccanico alla circolazione del sangue, ricorrere a cure intensive in rianimazioni dedicate, subire un trapianto. Le forme complicate o fulminanti possono portare alla morte.
E se un farmaco potesse cambiare le cose?
Per combattere la miocardite acuta e, in particolare, ridurre la necessità di supporti meccanici alla circolazione del sangue, potrebbe essere molto utile un farmaco che esiste già, è poco costoso ed è in commercio da molti anni: il metilprednisolone. È una possibilità concreta: questo farmaco è già stato sperimentato contro le miocarditi acute e sembra funzionare, ma è necessario chiarire:
quanto questo approccio è efficace;
se non comporta rischi.
Uno studio da cui ci aspettiamo molto
I ricercatori del De Gasperis Cardio Center stanno conducendo uno studio – che insieme a Niguarda coinvolge altri ospedali italiani, europei, statunitensi e giapponesi – per verificare se il metilprednisolone ad alto dosaggio, somministrato per 3 giorni, può favorire una ripresa più rapida del cuore colpito da miocardite, “pulendo” più velocemente il tessuto dalle cellule infiammatorie.
Se il risultato dello studio sarà positivo, il metilprednisolone sarà presto disponibile per tutti quelli che ne hanno bisogno, con costi molto contenuti.
Per lo studio del De Gasperis Cardio Center, a fine 2021 il Ministero della Salute ha erogato un finanziamento triennale significativo, ma il contributo pubblico non copre tutti i costi della ricerca. Per questo la Fondazione A. De Gasperis ha deciso di mettersi in gioco e contribuire alla sua realizzazione.