Una vita al cardiopalmaQuando parliamo di cardiopalmaUn match al cardiopalma, una vita al cardiopalma, una sfida al cardiopalma, rivelazioni al cardiopalma… Quante volte ci capita di ascoltare o pronunciare espressioni come queste? Ne sono fitte le cronache sportive, soprattutto in prossimità dei momenti più emozionanti o quando fino all’ultimo non si capisce chi vincerà: c’è o non c’è il rigore? La palla è dentro o fuori? Chi, in un testa a testa, taglierà per primo il traguardo? Anche altri linguaggi televisivi non sfuggono alla “legge del cardiopalma”: riuscirà a mantenere il suo primato il campione di un gioco a quiz? Lo scandire ritmato dei secondi e le parole del conduttore non faranno che sottolineare una situazione al cardiopalma. Chi sarà il super-ospite che il presentatore sta per annunciare? E, in un film d’azione che si rispetti, un inseguimento non potrà che essere al cardiopalma.
Una vita al cardiopalmaE noi? Il cardiopalma ci viene ogni volta che siamo in attesa di una notizia che consideriamo importante – “Perché non ha ancora chiamato? Avrà superato l’esame?” – o ce lo fa venire qualcuno con le sue parole e i suoi comportamenti, o qualcosa che accade o non accade: “Non prendertela, o ti verrà il cardiopalma”. Gli ambiti sono potenzialmente infiniti, perché potenzialmente infinite sono le occasioni della nostra vita nelle quali si possono scatenare emozioni intense. In fondo, non è quello che chiedeva Vasco Rossi quando cantava “Voglio una vita spericolata”? Adrenalina a mille, un’esistenza al cardiopalma.
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Una questione complessa
Le emozioni: sono loro che, nella maggior parte dei casi, ci fanno parlare di “cardiopalma” nel linguaggio di tutti i giorni. Perché quando viviamo un’emozione più o meno intensa arriviamo perfino a “sentire” il nostro cuore che batte, e ci sembra che lo faccia più velocemente del solito. Ma la realtà è un po’ più complessa.
Cardiopalma o cardiopalmo?
Per prima cosa, sgombriamo il campo da un dubbio linguistico: cardiopalma o cardiopalmo? Entrambi i termini sono accettati, se ci rivolgiamo al vocabolario: “Cardiopalmo (o cardiopalma) s. m. [composto di cardio- e del greco palmóV «palpitazione» (di cuore), ossia percezione soggettiva del battito cardiaco, di solito accelerato: fenomeno che occorre nelle più varie condizioni fisiologiche (emozioni) e patologiche (nevrosi, intossicazioni, cardiopatie vere e proprie), e in genere quando vi è tachicardia. Di uso frequente anche nel linguaggio com.: venire, far venire il cardiopalmo”*
Cardiopalmo: tre cose da sapere
Proprio la definizione di cardiopalmo mette in evidenza alcuni aspetti che vale la pena di sottolineare: il primo è che stiamo parlando di una percezione soggettiva del battito cardiaco: il cuore batte sempre, ma noi ce ne accorgiamo solo in determinate situazioni; il secondo è che le cause del cardiopalmo possono sì essere le emozioni che stiamo provando, ma anche condizioni patologiche di vario tipo, ed è per questo che la sensazione di cardiopalmo non va mai sottovalutata; il terzo è che il cardiopalmo è più frequente quando il cuore batte più veloce (tachicardia), ma non solo in presenza di questa condizione: “in genere” sta per “di solito”, ma al cardiopalmo possono sottostare anche altri tipi di aritmie.
Un sintomo, molte cause
La sensazione che avvertiamo quando abbiamo le palpitazioni ci fa “sentire il cuore”, ma non necessariamente il cardiopalmo ha che fare con una cardiopatia.
Possiamo avvertire le palpitazioni in situazioni che provocano un'emozione intensa, come abbiamo visto, ma anche durante o dopo un particolare sforzo fisico, così come in stati di ipereccitazione. Alla base del cardiopalmo possono esserci anche cause di natura psichica o nervosa, come situazioni di stress o stati di ansia. Altre volte, a causare le palpitazioni possono essere sostanze contenute in alcuni farmaci, o anche, semplicemente, l’uso e l’abuso di tabacco e caffè, l’assunzione di droghe di varia natura e altro ancora. Lo stesso effetto, inoltre, può essere dovuto a cause organiche che di per sé non destano particolari preoccupazioni, come una cattiva digestione o qualche linea di febbre.
Cardiopalmo e cuore
Al di là delle cause annoverate finora, il cardiopalmo – cioè la percezione soggettiva del battito – può essere dovuto ad effettive aritmie di varia natura (quelle più frequentemente associate a cardiopalmo sono le extrasistoli ventricolari alle quali attribuiamo la sensazione di “tuffo al cuore”) , a cause cardiache di tipo strutturale (quali alcune cardiopatie congenite, insufficienze mitraliche e aortiche, scompensi cardiaci di varia origine ecc.) o alla presenza di protesi. E possono, naturalmente, essere sintomo di patologie cardiache di lieve o elevata gravità.
Ma come si fa a capire se davvero “c’è di mezzo il cuore”, cioè quali sono le cause delle palpitazioni o se il fatto che le avvertiamo ci deve far temere per la salute del nostro organo vitale? Visto che il cardiopalmo corrisponde a una percezione soggettiva, per avere un riscontro obiettivo delle sue cause si ricorre a test quali l’elettrocardiogramma o l’ECG dinamico (Holter).
Cosa fare se arriva il cardiopalmo
In linea generale, se il cardiopalmo si manifesta è opportuno interrompere l’attività che si sta svolgendo, mettersi a riposo e cercare di rilassarsi in modo da far tornare alla normalità i battiti cardiaci e far sparire la loro percezione: distendersi e respirare a fondo può aiutare a raggiungere lo scopo.
Una volta superato il momento di disagio, è il caso di consultare prima possibile il proprio medico di medicina generale, a maggior ragione se le palpitazioni sono frequenti e/o peggiorano nel tempo.
Se in passato ci è già stata diagnosticata una patologia cardiocircolatoria o se pensiamo di poter rischiare una patologia di questa natura, è invece opportuno ricorrere direttamente al Pronto Soccorso: la stessa cosa da fare se il cardiopalmo è accompagnato da altre manifestazioni quali, ad esempio, dolore al torace, difficoltà a respirare, vertigini, senso di svenimento o perdita di conoscenza.
* Vocabolario Treccani online