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Vaccinarsi contro l’influenza aiuta il cuore

I vaccini anti-influenzale e anti-pneumococco sono alleati preziosi per la salute del cuore. E danno una mano nella lotta al Covid-19.

 

 

Contro l’influenza e contro il Covid-19

Mai come quest’anno istituzioni ed esperti hanno moltiplicato i messaggi per invitare i cittadini a vaccinarsi contro l’influenza e la polmonite. Oltre al fatto che la vaccinazione serve a proteggere da queste malattie, infatti, nelle persone vaccinate ci si attende anche una possibile riduzione della morbilità e mortalità da Covid-19. Inoltre, l’avvenuta vaccinazione può ridurre l’impatto sul sistema sanitario, anche aiutando a distinguere le infezioni da influenza da quelle da coronavirus, che hanno sintomi simili.

 

L’appello, come è ovvio, è rivolto soprattutto alle categorie a rischio Covid: è bene ricordare che i soggetti cardiopatici non solo ne fanno parte, ma rientrano anche nella fascia più a rischio di sviluppare forme gravi di infezione.

 

 

Vaccino anti-influenzale alleato del cuore

I vaccini anti-influenzale e anti-pneumococco sono alleati preziosi per la salute del cuore anche a prescindere dalla pandemia Sars-Cov-2.

 

Oltre a essere più debole rispetto a chi non ne soffre, chi soffre di cardiopatie è infatti anche a più alto rischio di complicanze.

 

Un caso tipico è quello dell’influenza che sfocia in polmonite: una patologia che può compromettere notevolmente le condizioni del muscolo cardiaco. Non a caso, nel confronto con gli altri periodi dell’anno, le cosiddette stagioni influenzali vedono aumentare i decessi di persone con malattie cardiovascolari.

 

E da un recente studio Made in Usa pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine – che ha preso in esame 90.000 ricoveri per influenza in 17 stati tra il 2010 e il 2018 – è risultato che oltre il 10% delle persone entrate in ospedale a causa dell'influenza ha dovuto affrontare uno scompenso o un'ischemia cardiaca.

 

 


La conferma della ricerca scientifica

L’efficacia della vaccinazione antinfluenzale come intervento di prevenzione secondaria dell’infarto miocardico è già ampiamente accertata: si colloca tra il 15 e il 45%.

 

Un nuovo studio presentato a fine agosto al congresso della Società europea di Cardiologia ha confermato anche un’altra relazione virtuosa tra vaccinazioni contro influenza e polmoniti e salute del cuore, arrivando a concludere che le due vaccinazioni sono associate a minori morti in ospedale nei pazienti con scompenso cardiaco.

 

Lo studio ha coinvolto circa tre milioni di pazienti americani e ha messo a confronto gli esiti di pazienti vaccinati e non vaccinati. I risultati hanno mostrato percentuali di mortalità ospedaliera notevolmente più basse tra chi aveva fatto la vaccinazione contro l'influenza (1.3%) rispetto a chi non l'aveva fatta (3.6%). Conclusioni analoghe per la polmonite: 1.2% di mortalità per i vaccinati contro la polmonite va il 3,6% dei non vaccinati.

 

 

L’utilità di vaccinarsi

Vaccinarsi contro l’influenza e la polmonite, in sintesi, è anche un modo per tutelare il cuore e, rispetto al sistema cardiovascolare, può aggiungere un effetto preventivo a quello delle terapie e dei cambiamenti virtuosi dello stile di vita.

 

Per dissipare gli ultimi dubbi, infine, va ribadito che i due vaccini – il cui compito è appunto stimolare la produzione di anticorpi contro i virus dell’influenza e lo pneumococco – non interferisce con il cuore e con il suo funzionamento, né risulta che interagisca con i farmaci cardiologici. Ed è utile anche per chi si è sottoposto a trapianto di cuore, che proprio per questo ha un sistema immunitario più debole.

 

 

12/10/2020