Cuori in vacanza 3 - Godersi la vacanza al meglio
Semel in anno licet insanire, ma nel modo giusto“Semel in anno licet insanire” (“una volta all’anno è lecito far pazzie”), dice una sentenza latina divenuta proverbio nel medioevo e citata spesso anche ai giorni nostri.
Molti tendono a far coincidere la stagione delle “pazzie” con il periodo delle vacanze, quando obblighi e costrizioni della vita lavorativa e cittadina si allentano, e l’atmosfera favorisce il rilassamento e la distrazione dalle preoccupazioni quotidiane.
E allora godiamoci anche noi le vacanze, cogliendone il meglio, ma evitando di far coincidere l’“insanire” con un calo di attenzione nei confronti del cuore, e senza lasciare a casa le “buone abitudini” che ci aiutano a prenderci cura della salute del nostro organo vitale.
In altre parole, evitiamo di accantonare i comportamenti salutari o di “strafare” solo perché siamo in vacanza: tenere conto delle nostre condizioni e rispettare i nostri limiti è fondamentale in qualunque momento.
Adattamento al climaIl caldo e il freddo eccessivi, ma anche i forti sbalzi di temperatura e i cambiamenti di fuso orario possono affaticare il cuore e la circolazione. Per questo:
L’alimentazione in vacanzaIn vacanza, specie se abbiamo scelto una destinazione calda (e ricordiamo che anche in montagna durante il giorno le temperature possono essere elevate), è bene optare per un’alimentazione leggera, ricca di acqua, sali minerali e vitamine, e con un contenuto bilanciato di zuccheri, proteine e grassi in forma digeribile.
Sono da evitare, invece, i cibi grassi e/o che contengono troppo sale e, in genere, tutti gli alimenti che fanno salire la pressione arteriosa.
Quanto alle quantità, in generale evitiamo pasti abbondanti e cibi difficili da digerire.
Se le vacanze fanno rima con estate, inoltre, l’idratazione è fondamentale: è importante bere acqua a sufficienza anche se non avvertiamo lo stimolo della sete (se soffriamo di insufficienza cardiaca, la quantità d’acqua dovrà sempre essere quella raccomandata dal nostro medico). Anche frutta, verdure e ortaggi ci possono aiutare a reintegrare le ‘scorte’ d’acqua nell’organismo.
Limitiamo infine il consumo di alcol ed evitiamo il fumo.
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Quante e quali attività fare
È vero che molto spesso le località di vacanza, complici la bellezza del paesaggio, la gradevolezza del clima, le opportunità di attività all’aria aperta e i luoghi interessanti da visitare, invitano a vario titolo all’azione. Ma se normalmente non pratichiamo attività fisica non dobbiamo pretendere troppo dal nostro organismo per il solo fatto di trovarci in un contesto che invoglia al movimento.
In pratica:
- anche in vacanza facciamo moto come ci ha consigliato il medico, e approfittiamo del fatto di avere tempo libero a disposizione per acquisire una maggiore regolarità;
- iniziamo lentamente a compiere visite, fare escursioni e dedicarci ad attività fisiche e sportive: la parola d’ordine, come sempre, è gradualità;
- mettiamo in programma attività ed escursioni alla portata della nostra forma e non facciamo sforzi a cui non siamo abituati.
Medicine e “auto-controlli”
Anche se in vacanza ci sentiamo rilassati e in buona salute, continuare ad assumere le medicine che ci sono state prescritte è fondamentale, così come è importante continuare a tenere monitorata la pressione ed eventuali altri valori, a seconda delle nostre condizioni (ad esempio, il peso in caso di insufficienza cardiaca).
Se viaggiamo in Paesi con differenze di fuso orario rispetto al luogo in cui viviamo abitualmente, inizialmente prendiamo le medicine ai “nostri” orari normali, passando gradualmente all’ora locale nello spazio di due-tre giorni, a seconda della differenza di fuso.
Se in vacanza abbiamo l’impressione che i farmaci facciano meno effetto del solito, agiscano troppo intensamente o causino effetti collaterali a cui non siamo abituati, non preoccupiamoci: è probabile che sia un effetto della combinazione tra condizioni climatiche estive e caratteristiche dei luoghi in cui ci troviamo (un caso tipico è quello dell’alta montagna).
In questo caso, potrebbe essere opportuno rimodulare il nostro trattamento farmacologico abituale, ma non prendiamo decisioni in autonomia e non interrompiamo l’assunzione di alcun medicinale. Telefoniamo invece al nostro medico e spieghiamogli dove siamo e cosa sta accadendo: ci dirà se e come variare la terapia, o se si stratta semplicemente di pazientare qualche giorno perché la situazione torni “normale”.
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