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Tecnologia indossabile e salute del cuore

A che cosa servono i wearables. E come possono aiutarci a tenere d’occhio il cuore.

 

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Serve un’approvazione per i dispositivi wearable?

Ai primi di maggio l’Apple Watch è stato testato, validato e approvato dalla Food and Drug Administration (FDA), l'ente governativo dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d'America. Oltre a occuparsi della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, infatti, la FDA regolamenta i dispositivi medici in termini di sicurezza ed efficacia.

 

Tra le diverse funzioni che svolge, il dispositivo in questione consente di eseguire un elettrocardiogramma e segnalare una fibrillazione atriale. Ma la maggior parte delle applicazioni e degli accessori mobile per la salute non sono approvati come dispositivi medici da alcuna autorità, nazionale o internazionale, competente per l'attività regolatoria in campo farmaceutico-sanitario. Alcuni sono in fase di sperimentazione clinica, con l’obiettivo di verificarne l’accuratezza.

 

La domanda, allora, sorge spontanea: è necessario che questo tipo di strumenti sia approvato per un utilizzo medico perché possa avere un’utilità concreta per la nostra salute e, in particolare, per quella del nostro cuore?

 

Non necessariamente. Vediamo perché.

 

Cosa sono i dispositivi indossabili?

A grandi linee, i dispositivi indossabili comprendono gli smartwatch, i cosiddetti activity tracker e i dispositivi digitali per tenere sotto controllo la pressione, la glicemia, la frequenza e il ritmo cardiaco.

 

Possono essere indossati al polso o sottoforma di cerotti che si applicano sul torace o sullo stomaco. Spesso includono piccoli sensori che raccolgono e condividono i dati con un apparecchio (smartphone, tablet ecc.) che permette di “leggerli” ed eventualmente di trasmetterli a terzi.

 

A seconda del dispositivo digitale o dell'applicazione, le informazioni possono essere raccolte occasionalmente, sistematicamente o nei momenti in cui vengono rilevati eventuali sintomi o anomalie.

 

Dispositivi indossabili: una marcia in più, ma non un “sostituto”

I dispositivi digitali che si possono indossare, o wearables, ci aiutano a monitorare la salute e a “fare qualcosa” per migliorarla. Ma certo non possono sostituire né gli esami prescritti da chi ci cura, né le visite di controllo, né un medico o uno specialista (e tantomeno un team).

 

In altre parole, hanno dei limiti e, almeno a breve, non sono pronti a prendere il posto dei dispositivi delle strutture sanitarie o degli esami che fanno parte di un normale percorso di prevenzione, monitoraggio, gestione e cura delle patologie, cardiovascolari e no.

 

La loro diffusione, comunque, ha un vantaggio innegabile: una maggiore attenzione alla salute da parte di chi li indossa.

 

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Wearables: che cosa possono fare per il nostro cuore

La funzione principale dei dispositivi indossabili è il monitoraggio di una serie di fattori (abitudini, comportamenti e indicatori di salute) connessi più o meno direttamente con lo stato di salute del cuore: il tempo dedicato all’attività fisica (movimento, esercizio, tempo passato in piedi…), le calorie bruciate, la frequenza cardiaca, l'attività elettrica del cuore (ECG), la qualità del sonno, la respirazione, i livelli di zucchero nel sangue…

 

Oltre a “fotografare” o “filmare” la situazione, inoltre, molti wearables conservano in memoria i valori registrati e permettono di recuperarli anche a posteriori, in modo da tracciare l’andamento nel tempo degli indicatori monitorati.

 

In alcuni casi, in più, gli apparecchi possono inviarci un segnale se “sforiamo” rispetto a una soglia preimpostata: un livello di zucchero nel sangue troppo alto o troppo basso, un ritmo cardiaco o un battito anomalo…

 

Tutte queste informazioni possono aiutarci a conoscere meglio le nostre condizioni di salute, a prestarvi più attenzione o un’attenzione più costante, e a fare qualche riflessione sul nostro stile di vita e sui nostri modelli di comportamento sanitario.

 

Wearable o personal trainer?

Altre caratteristiche dei dispositivi indossabili li trasformano in una sorta di personal trainer che può aiutarci a “prenderci cura di noi”, sia dal punto di vista pratico sia da quello della motivazione.

 

In termini pratici, ad esempio, una funzione come la possibilità di programmare avvisi giornalieri può facilitare la regolarità nell’assunzione quotidiana dei farmaci. L’opportunità di inserire manualmente anche informazioni non rilevate direttamente dall’apparecchio concorre a costruire un quadro conoscitivo d’insieme utile a prendere decisioni su comportamenti e stili di vita.

 

Ma il fronte più interessante è, per molti aspetti, quello motivazionale.

 

Moltissimi wearables, ad esempio, permettono di impostare obiettivi di salute e di benessere, quotidiani (il più diffuso è il “numero di passi al giorno”) o a più lunga scadenza, che aiutano ad aumentare il livello di attività e la quantità di esercizio; e molti inviano a chi li indossa messaggi che invitano ad auto-motivarsi e a sentirsi più responsabili verso il proprio benessere, ma anche a provare soddisfazione per i risultati raggiunti.

 

Sentirsi dire “oggi puoi darti una pacca sulla spalla perché hai migliorato il tuo risultato”, seppure da un apparecchio digitale, è comunque una bella sensazione.

17/06/2024
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