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Cum grano salis, ma con poco sale

Ridurre il consumo di sale con un po’ di buon senso

“Cum grano salis”, letteralmente “con un granello di sale”, è un’espressione latina di uso comune anche nell’Italia del terzo millennio. Potrebbe risalire alla Naturalis historia di Plinio il Vecchio, dove era utilizzata per indicare un antidoto che agiva soltanto se preso, appunto, insieme a un granello di sale (“Addito salis grano”).

 

Col tempo, la stessa espressione ha assunto il significato più astratto di “con un pizzico di buon senso”, ed è con questo pizzico di buon senso che tutti dovremmo ridurre sensibilmente il consumo di sale nella routine alimentare se vogliamo migliorare la salute del nostro sistema cardiovascolare: come ci ricorda l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), infatti, il sale da cucina contiene sodio che favorisce l’aumento della pressione, principale causa di infarto e ictus.

 

La quantità ottimale di sale

Attraverso l’alimentazione, noi italiani introduciamo in media 10 grammi di sale ogni giorno, sommando quello normalmente contenuto negli alimenti e quello aggiunto: diminuire questa quantità può aiutare a mantenere la pressione arteriosa a livelli ottimali.

 

In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un consumo giornaliero inferiore a 5 grammi di sale da cucina (pari a circa 2 grammi di sodio), tra quello già presente negli alimenti e quello aggiunto da noi intenzionalmente.

 

Giusto per capire, un cucchiaino da tè contiene circa 5 grammi di sale.

 

L’obiettivo non dev’essere, dunque, eliminare completamente il sale dalle nostre abitudini alimentari, anche perché il sodio che vi è contenuto partecipa ad alcuni processi chimici che avvengono all’interno del nostro organismo, ma ridurlo in misura drastica.

 

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Dove si nasconde il sale

È innegabile che buona parte del sale che consumiamo è quello che noi stessi aggiungiamo agli altri ingredienti durante le preparazioni o ai piatti una volta che sono in tavola, e un altro 10% del nostro consumo di sale è naturalmente contenuto negli alimenti freschi.

 

Ma più della metà del sale che consumiamo ogni giorno si trova nei prodotti trasformati, sia artigianali che industriali. Il sale è infatti un ingrediente ampiamente presente nelle produzioni alimentari non domestiche, comprese quelle dolciarie e apparentemente più sane, come i prodotti a base di cereali e ingredienti integrali.

 

I cinque consigli dell’Istituto Superiore di Sanità

Nella sua campagna “Meno sale più salute”, l’ISS risponde alla domanda “Come fare a ridurre il consumo di sale?” con cinque consigli molto chiari e con l’indicazione dei relativi “punti di attenzione”:

  • scegli alimenti freschi e non trasformati

    • gli alimenti trasformati (sughi in scatola o precotti, legumi conservati e salumi) contengono più sale: riducine il consumo e scegli cibi freschi;

  • leggi le etichette con attenzione

    • scegli i prodotti in cui il sale non superi i 0,3 grammi (0,12 di sodio) in 100 grammi di prodotto – Scegli in ciascuna categoria di alimenti i prodotti con meno sale. Alcuni cibi (come biscotti o cereali da colazione) ne contengono discrete quantità anche se non sembra;
  • preferisci pane sciapo ed evita il consumo di snack

    • scegli preferibilmente pane sciapo. Consuma solo occasionalmente snack e patatine in sacchetto, scegliendo quelli meno salati. Basta una pizza per raggiungere i 5 grammi di sale;
  • usa sempre meno sale quando cucini ed elimina la saliera dalla tavola

    • riduci progressivamente il sale quando cucini, in modo da abituare il palato. Non mettendo la saliera a tavola, sarà più facile non aggiungere sale ai cibi già cucinati;
  • insaporisci con le spezie il cibo e limita il consumo di condimenti contenenti sale

    • erbe aromatiche, spezie, limone e aceto ti permettono di insaporire il cibo senza l’aggiunta di sale. Limita i condimenti contenenti molto sale: dadi da brodo, salsa di soia, senape, maionese e ketchup.

 

 

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01/11/2022
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