Cateterismo cardiaco
Servizio di Emodinamica è il settore cardiologico che studia la funzione e l'anatomia del cuore, dei grossi vasi sanguigni e delle coronarie (che portano sangue ossigenato al muscolo cardiaco). Gli studi sopra citati si realizzano attraverso il Cateterismo Cardiaco. E' questo un esame che consente di raggiungere il cuore mediante dei cateteri (piccoli tubi) introdotti in vasi periferici (vene e arterie) di braccio e gamba. L'utilizzo dei cateteri permette:
1) di misurare la pressione del sangue nei vari distretti vascolari e nelle varie cavità del cuore;
2) di eseguire prelievi di sangue e di misurarne il contenuto di ossigeno, verificando se esistono comunicazioni "anomale" tra zone che dovrebbero essere indipendenti (es. tra sezioni venose e arteriose destra e sinistra);
3) di iniettare liquidi radio opachi per studiare l'anatomia del vaso nel quale il catetere è inserito.
Fino agli anni '70 il cateterismo cardiaco era dedicato prevalentemente allo studio dei vizi valvolari e dei difetti congeniti del cuore e solo in minor parte allo studio anatomico delle coronarie.
Dopo gli anni '70 è cambiato radicalmente il lavoro emodinamico. Lo studio dei vizi valvolari e dei difetti congeniti (patologie ridotte di frequenza) è stato sostituito da metodiche meno invasive come l'ecocardiografia; lo studio anatomico del distretto coronarico (patologia in espansione) è, invece realizzabile solo eseguendo una Coronarografia.
Anche nel nostro Centro la Coronarografia è l'indagine emodinamica più frequente: circa 2.000 esami ogni anno con rischi molto bassi, inferiori al 2 per mille, e con risultati qualitativamente molto soddisfacenti.
Dopo una diagnosi di malattia coronarica, ottenuta con esami non cruenti come la prova da sforzo o l'ecostress, è indispensabile verificare quanti rami coronarici risultano malati e dove sono localizzati i restringimenti causa di insufficienza coronarica. Questi dettagli anatomici possono essere rivelati esclusivamente eseguendo la Coronarografia. Non potrà, quindi, essere proposta al paziente affetto da malattia coronarica alcuna correzione senza valutare i risultati di una indagine coronarografica.
L'esame si esegue sul paziente sveglio e collaborante, praticando solo una piccola anestesia locale a livello inguinale.
Successivamente si "punge" l'arteria femorale attraverso la quale si fanno risalire i cateteri (tubicini composti di una sostanza plastica del calibro di 2.5 mm). Si inseriscono più cateteri preformati, con forme prefissate atte a sondare un determinato vaso o cavità. All'interno dei cateteri si inietta un liquido radioopaco che evidenzia il ventricolo sinistro del cuore, la coronaria sinistra e quella destra. La diagnosi di malattia coronarica ha segnalato la presenza di placche coronariche che appaiono come restringimenti focali dei rami coronarici principali.
Ora è possibile valutare i danni provocati dal cuore da precedenti infarti o precedenti ischemie osservando i movimenti sistodiastolici del profilo del ventricolo sinistro. Esaminando i risultati degli studi coronarografici, che documentano una situazione di malattia delle coronarie, il cardiologo sarà in grado di decidere il tipo di terapia più adatta per il paziente. La scelta cadrà:
1) su terapia medica (terapia farmacologica nelle varie forme di somministrazione) in presenza di placche poco severe localizzate nei tratti più periferici dei vasi;
2) su terapia di rivascolarizzazione consistente nella eliminazione dell'ostacolo coronarico, nel caso di alterazioni ostruttive severe e situate nel tratto iniziale dei rami coronarici principali.
Sono due le principali terapie di rivascolarizzazione:
quella chirurgica, consistente nell'intervento di Bypass;
quella interventistica, consistente nell'Angioplastica Coronarica.
Di entrambe tratteremo sul prossimo numero di dicembre.
Il pregio del Centro De Gasperis è quello di essere un Centro completo, che offre al paziente tutte le possibilità di terapia proteggendolo dal rischio di cadere vittima delle velleità cardiologo interventista piuttosto che dal chirurgo. L'obiettivo del Centro de Gasperis è quello di scegliere sempre per ogni paziente la soluzione migliore.
1) di misurare la pressione del sangue nei vari distretti vascolari e nelle varie cavità del cuore;
2) di eseguire prelievi di sangue e di misurarne il contenuto di ossigeno, verificando se esistono comunicazioni "anomale" tra zone che dovrebbero essere indipendenti (es. tra sezioni venose e arteriose destra e sinistra);
3) di iniettare liquidi radio opachi per studiare l'anatomia del vaso nel quale il catetere è inserito.
Fino agli anni '70 il cateterismo cardiaco era dedicato prevalentemente allo studio dei vizi valvolari e dei difetti congeniti del cuore e solo in minor parte allo studio anatomico delle coronarie.
Dopo gli anni '70 è cambiato radicalmente il lavoro emodinamico. Lo studio dei vizi valvolari e dei difetti congeniti (patologie ridotte di frequenza) è stato sostituito da metodiche meno invasive come l'ecocardiografia; lo studio anatomico del distretto coronarico (patologia in espansione) è, invece realizzabile solo eseguendo una Coronarografia.
Anche nel nostro Centro la Coronarografia è l'indagine emodinamica più frequente: circa 2.000 esami ogni anno con rischi molto bassi, inferiori al 2 per mille, e con risultati qualitativamente molto soddisfacenti.
Dopo una diagnosi di malattia coronarica, ottenuta con esami non cruenti come la prova da sforzo o l'ecostress, è indispensabile verificare quanti rami coronarici risultano malati e dove sono localizzati i restringimenti causa di insufficienza coronarica. Questi dettagli anatomici possono essere rivelati esclusivamente eseguendo la Coronarografia. Non potrà, quindi, essere proposta al paziente affetto da malattia coronarica alcuna correzione senza valutare i risultati di una indagine coronarografica.
L'esame si esegue sul paziente sveglio e collaborante, praticando solo una piccola anestesia locale a livello inguinale.
Successivamente si "punge" l'arteria femorale attraverso la quale si fanno risalire i cateteri (tubicini composti di una sostanza plastica del calibro di 2.5 mm). Si inseriscono più cateteri preformati, con forme prefissate atte a sondare un determinato vaso o cavità. All'interno dei cateteri si inietta un liquido radioopaco che evidenzia il ventricolo sinistro del cuore, la coronaria sinistra e quella destra. La diagnosi di malattia coronarica ha segnalato la presenza di placche coronariche che appaiono come restringimenti focali dei rami coronarici principali.
Ora è possibile valutare i danni provocati dal cuore da precedenti infarti o precedenti ischemie osservando i movimenti sistodiastolici del profilo del ventricolo sinistro. Esaminando i risultati degli studi coronarografici, che documentano una situazione di malattia delle coronarie, il cardiologo sarà in grado di decidere il tipo di terapia più adatta per il paziente. La scelta cadrà:
1) su terapia medica (terapia farmacologica nelle varie forme di somministrazione) in presenza di placche poco severe localizzate nei tratti più periferici dei vasi;
2) su terapia di rivascolarizzazione consistente nella eliminazione dell'ostacolo coronarico, nel caso di alterazioni ostruttive severe e situate nel tratto iniziale dei rami coronarici principali.
Sono due le principali terapie di rivascolarizzazione:
Di entrambe tratteremo sul prossimo numero di dicembre.
Il pregio del Centro De Gasperis è quello di essere un Centro completo, che offre al paziente tutte le possibilità di terapia proteggendolo dal rischio di cadere vittima delle velleità cardiologo interventista piuttosto che dal chirurgo. L'obiettivo del Centro de Gasperis è quello di scegliere sempre per ogni paziente la soluzione migliore.
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