Alimentazione: Conservazione cibi
Le diverse tecnologie di conservazione utilizzate attualmente permettono un'ampia disponibilità di alimenti per tutto l'arco dell'anno: le tecnologie del freddo (surgelazione, refrigerazione) e del caldo (riscaldamento, pastorizzazione, sterilizzazione) si sono sostituite ad altre più artigianali ma meno sicure come l'essiccamento e la salagione.
Lo sviluppo dei trasporti ha potenziato l'importazione di prodotti alimentari provenienti da aree agricole molto lontane e a differente stagionalità dei prodotti. Ciò nonostante le nostre scelte alimentari continuano a seguire i gusti personali e le tradizioni piuttosto che la disponibilità di cibi sul mercato.
Sappiamo che col freddo i fabbisogni calorici aumentano, dal punto di vista metabolico: il mantenimento della temperatura corporea a valori costanti quando la temperatura esterna si abbassa richiede infatti un lavoro cellulare per la termogenesi con un certo costo energetico. In inverno si dovrebbe mangiare un po' di più, ma non dimentichiamo che quando fa freddo ci si copre di più e si utilizza il riscaldamento, quindi il microclima in cui viviamo è costante in tutte le stagioni e si mantiene su temperature tra i 18 e 24 gradi per gran parte dell'anno.
Anche il fabbisogno calorico non viene più influenzato dalle stagioni e non dovrebbe subire delle variazioni. Comunque di inverno alcuni alimenti sono generalmente più graditi:
la POLENTA: cibo di buona digeribilità facile da masticare. Ottenuta con farina di mais, è un prodotto ad elevato contenuto energetico, ma contiene proteine di scarso valore biologico per carenza di alcuni aminoacidi essenziali.
Inoltre l'insufficienza di vitamina PP (niacina) era in passato causa di pellagra, patologia frequente nelle popolazioni che si nutrivano esclusivamente di polenta.
le MINESTRE: (zuppe, passati, creme, vellutate): per la preparazione si consiglia di utilizzare brodo vegetale, ortaggi di stagione, legumi quali lenticchie, ceci, fagioli, soia e cereali come orzo, farro, avena.
Autore: Roberta Spiti
Lo sviluppo dei trasporti ha potenziato l'importazione di prodotti alimentari provenienti da aree agricole molto lontane e a differente stagionalità dei prodotti. Ciò nonostante le nostre scelte alimentari continuano a seguire i gusti personali e le tradizioni piuttosto che la disponibilità di cibi sul mercato.
Sappiamo che col freddo i fabbisogni calorici aumentano, dal punto di vista metabolico: il mantenimento della temperatura corporea a valori costanti quando la temperatura esterna si abbassa richiede infatti un lavoro cellulare per la termogenesi con un certo costo energetico. In inverno si dovrebbe mangiare un po' di più, ma non dimentichiamo che quando fa freddo ci si copre di più e si utilizza il riscaldamento, quindi il microclima in cui viviamo è costante in tutte le stagioni e si mantiene su temperature tra i 18 e 24 gradi per gran parte dell'anno.
Anche il fabbisogno calorico non viene più influenzato dalle stagioni e non dovrebbe subire delle variazioni. Comunque di inverno alcuni alimenti sono generalmente più graditi:
la POLENTA: cibo di buona digeribilità facile da masticare. Ottenuta con farina di mais, è un prodotto ad elevato contenuto energetico, ma contiene proteine di scarso valore biologico per carenza di alcuni aminoacidi essenziali.
Inoltre l'insufficienza di vitamina PP (niacina) era in passato causa di pellagra, patologia frequente nelle popolazioni che si nutrivano esclusivamente di polenta.
le MINESTRE: (zuppe, passati, creme, vellutate): per la preparazione si consiglia di utilizzare brodo vegetale, ortaggi di stagione, legumi quali lenticchie, ceci, fagioli, soia e cereali come orzo, farro, avena.
Autore: Roberta Spiti