I nemici del cuore: Teniamo docchio la pressione
Pressione e ipertensione: identikit
La pressione arteriosa è la forza che il sangue pompato dal cuore esercita contro le pareti delle arterie. La pressione viene definita da due valori, la pressione sistolica o “massima” e la pressione diastolica o “minima”, e si misura in millimetri di mercurio (mmHg). La “minima” dovrebbe essere sotto i 90 mmHg e la “massima” sotto i 140 mmHg. Se anche uno solo dei due valori supera la soglia, si parla di ipertensione. Per valori tra 130 e 139 di sistolica e 85 e 89 di diastolica si parla di pressione borderline, più correttamente chiamata normale-alta.
Ipertensione e popolazione
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia l’ipertensione arteriosa colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne.
Perché l’ipertensione fa male al cuore
L’ipertensione fa male al cuore perché aumenta il post-carico cardiaco, cioè la resistenza contro la quale il cuore deve pompare. Per riuscire a pompare contro questa resistenza, il cuore si ispessisce e diventa ipertrofico. Oltre al cuore, l’ipertensione prende di mira il sistema circolatorio, i reni e il cervello.
Misurare la pressione anche se ci si sente bene
Quindi, non importa se “ti senti bene”. Secondo le linee guida attuali, per gli adulti che non hanno altri fattori di rischio cardiotoracovascolare è importante misurare la pressione almeno una volta ogni 3 anni, mentre andrebbe misurata ogni anno se si hanno valori borderline.
Chi ha fattori di rischio – ad esempio il colesterolo LDL alto – deve misurarla più di frequente.
Prevenire l’ipertensione con uno stile di vita sano
Inoltre uno stile di vita sano è utile a prevenire l’ipertensione arteriosa che, nella maggior parte dei casi, deriva anche da abitudini di comportamento non corrette. È ovvio che indicazioni specifiche terranno conto delle caratteristiche individuali, ma in generale non fumare, tenere il peso sotto controllo, limitare l’alcol e fare attività fisica aiuta a contenere il livello della pressione sotto le soglie di allarme: queste indicazioni di comportamento rientrano anche tra le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ci ricorda anche, tra l’altro, di “ridurre l’apporto di sale e l’uso degli alimenti che ne sono ricchi”.
Autore: Alessandro Maloberti