Attività fisica, non solo: Lo sport
Lo sport fa parte dei valori della nostra cultura; è luogo comune ritenere che sia un'attività positiva e costruttiva. Fare sport diventa esigenza prioritaria non solo per svagarsi e divertirsi, ma anche per curare la propria salute e la propria efficienza. Chi è genitore, indipendentemente che sia o no uno sportivo, sente tra i suoi doveri di avvicinare i figli allo sport ed è disposto a sostenere costi non indifferenti sia in termini di tempo che di denaro. Durante l'adolescenza, inoltre, l'attività fisico- sportiva è in grado di sortire effetti positivi sul piano psicologico e di contribuire a superare particolari stati emotivi tipici di questa età.
Consente un effetto benefico multifattoriale sull'organismo in accrescimento, la prevenzione di malattie cardiovascolari e la riduzione di fattori di rischio quali il diabete mellito tipo II, l'obesità, l'ipertensione arteriosa e l'iperlipidemia.
L'esercizio fisico è stato ritenuto salutare fin dai tempi antichi tuttavia, soltanto negli ultimi decenni si è tentata con solide basi scientifiche una valutazione degli esercizi dinamici e dell'attività fisica quali potenziali misure preventive contro l'insorgenza della cardiopatia coronarica.
Alcuni studi effettuati su popolazioni con incidenza di cardiopatia ischemica relativamente alta hanno evidenziato come sia possibile ridurre il rischio coronarico incrementando l'attività motoria. Bisogna però che il livello di esercizio fisico (oltre alle attività giornaliere di routine) comporti un aumento del consumo calorico di almeno 2000 Kcal per settimana. Molteplici sono i meccanismi fisiologici attraverso i quali i diversi tipi di esercizio aerobico (che comporta l'uso di voluminose masse muscolari, con discreto impegno funzionale del cuore e con una bassa produzione di acido lattico - a differenza di una attività sportiva di tipo anaerobico) possono prevenire la cardiopatia ischemica.
Gli studi condotti a questo proposito sull'uomo hanno riscontrato: l'aumento dei livelli di colesterolo HDL (colesterolo "buono"), la riduzione dei livelli pressori nei soggetti ipertesi, la diminuzione del peso e della massa adiposa negli individui in sovrappeso, l'aumento delle capacità fibrinolitiche ematiche (in grado di contrastare l'insorgenza di trombosi nelle coronarie) e la riduzione della secrezione di catecolamine (adrenalina). Inoltre, è stato dimostrato anche un ampliamento del diametro dei vasi coronarici nonché la parziale regressione dei fenomeni aterosclerotici.
Abbiamo avuto modo di mettere in evidenza quanto l'esercizio sportivo sia di giovamento al benessere fisico e mentale del nostro corpo.
Chiaramente prima di cimentarsi in un qualunque sport è bene essere coscienti dei propri limiti, specie se si intende praticarlo a livello agonistico. Il Dottor Broccolino risponderà, a tal proposito, ad alcune domande.
Quali problemi documentati può incontrare un soggetto che pratica attività fisica intensa?
Nei deceduti durante lo svolgimento di una attività sportiva, si è riscontrato come la causa di morte, nella maggior parte dei soggetti di età inferiore ai 30 anni, fosse attribuibile a vizi cardiaci congeniti e solo raramente ad aterosclerosi coronarica, mentre quest'ultima risultava la principale causa di decesso durante attività fisica negli ultra trentenni.
Ma qual è il reale rischio complessivo che deriva ad esempio dalla corsa?
Uno studio statunitense ha dimostrato un caso di morte all'anno ogni 762 soggetti che praticano questo tipo di sforzo fisico. Un numero di decessi decisamente inferiore a quello dei soggetti della stessa età non praticanti attività motoria; quindi un rischio complessivo significativamente diminuito nel confronto con una popolazione a vita sedentaria.
Quali precauzioni bisogna prendere prima di iniziare un programma di attività sportiva sistematica?
L'età, lo stato generale di salute, il tipo di programma sportivo sono i fattori che determinano l'opportunità di coinvolgere un medico e la profondità della sua valutazione.
Un accurato studio dei soggetti prima di una attività fisica intensa è importante per numerosi motivi, fra i quali garantire l'innocuità della prestazione sportiva.
I soggetti apparentemente sani di età inferiore ai 35 anni possono di solito iniziare i programmi di esercizio fisico senza bisogno di sottoporsi al test da sforzo, purché il programma previsto abbia uno svolgimento graduale e il soggetto presti molta attenzione alla eventuale comparsa di sintomi anomali.
Oltre i 35 anni è auspicabile che questi soggetti si sottopongano ad una prova da sforzo massimale prima di iniziare un'intensa pratica sportiva, ciò vale anche per coloro che già svolgono attività fisica una volta raggiunti i 35 anni.
La presenza di fattori di rischio coronarico, anche al di sotto dei 35 anni, dovrebbe spingere a rivolgersi al proprio medico o ad un centro di medicina sportiva che possa valutare la necessità di sottoporsi ad una prova da sforzo preventiva.
I fattori di rischio considerati significativi sono: fumo; pressione sistolica (o massima) superiore a 140 mmHg e/o pressione diastolica (o minima) superiore a 90 mmHg per i soggetti adulti; colesterolemia oltre i 200 mg% dai 20 ai 29 anni, 220 mg% fra i 30 e i 39 e > di 240 mg% oltre i 40 anni; diabete mellito; forte familiarità per coronaropatia (un parente di primo grado affetto da cardiopatia ischemica al di sotto dei 50 anni).
I soggetti con cardiopatie note dovrebbero iniziare solo dopo il parere favorevole del loro cardiologo e, se sono affetti da una cardiopatia importante, possibilmente in un ambiente in cui siano seguiti o rimangano sotto controllo sanitario.
Nel complesso è certamente più salutare praticare una attività sportiva adottando le precauzioni ricordate, piuttosto che condurre una vita completamente sedentaria.
Tuttavia il praticare uno o più sport non è condizione sufficiente, di per sé, a diminuire significativamente la possibilità di essere colpiti da infarto miocardico, se non si riducono anche gli eventuali fattori di rischio coronarico concomitanti.
Autore: Marco Broccolino
Consente un effetto benefico multifattoriale sull'organismo in accrescimento, la prevenzione di malattie cardiovascolari e la riduzione di fattori di rischio quali il diabete mellito tipo II, l'obesità, l'ipertensione arteriosa e l'iperlipidemia.
L'esercizio fisico è stato ritenuto salutare fin dai tempi antichi tuttavia, soltanto negli ultimi decenni si è tentata con solide basi scientifiche una valutazione degli esercizi dinamici e dell'attività fisica quali potenziali misure preventive contro l'insorgenza della cardiopatia coronarica.
Alcuni studi effettuati su popolazioni con incidenza di cardiopatia ischemica relativamente alta hanno evidenziato come sia possibile ridurre il rischio coronarico incrementando l'attività motoria. Bisogna però che il livello di esercizio fisico (oltre alle attività giornaliere di routine) comporti un aumento del consumo calorico di almeno 2000 Kcal per settimana. Molteplici sono i meccanismi fisiologici attraverso i quali i diversi tipi di esercizio aerobico (che comporta l'uso di voluminose masse muscolari, con discreto impegno funzionale del cuore e con una bassa produzione di acido lattico - a differenza di una attività sportiva di tipo anaerobico) possono prevenire la cardiopatia ischemica.
Gli studi condotti a questo proposito sull'uomo hanno riscontrato: l'aumento dei livelli di colesterolo HDL (colesterolo "buono"), la riduzione dei livelli pressori nei soggetti ipertesi, la diminuzione del peso e della massa adiposa negli individui in sovrappeso, l'aumento delle capacità fibrinolitiche ematiche (in grado di contrastare l'insorgenza di trombosi nelle coronarie) e la riduzione della secrezione di catecolamine (adrenalina). Inoltre, è stato dimostrato anche un ampliamento del diametro dei vasi coronarici nonché la parziale regressione dei fenomeni aterosclerotici.
Abbiamo avuto modo di mettere in evidenza quanto l'esercizio sportivo sia di giovamento al benessere fisico e mentale del nostro corpo.
Chiaramente prima di cimentarsi in un qualunque sport è bene essere coscienti dei propri limiti, specie se si intende praticarlo a livello agonistico. Il Dottor Broccolino risponderà, a tal proposito, ad alcune domande.
Quali problemi documentati può incontrare un soggetto che pratica attività fisica intensa?
Nei deceduti durante lo svolgimento di una attività sportiva, si è riscontrato come la causa di morte, nella maggior parte dei soggetti di età inferiore ai 30 anni, fosse attribuibile a vizi cardiaci congeniti e solo raramente ad aterosclerosi coronarica, mentre quest'ultima risultava la principale causa di decesso durante attività fisica negli ultra trentenni.
Ma qual è il reale rischio complessivo che deriva ad esempio dalla corsa?
Uno studio statunitense ha dimostrato un caso di morte all'anno ogni 762 soggetti che praticano questo tipo di sforzo fisico. Un numero di decessi decisamente inferiore a quello dei soggetti della stessa età non praticanti attività motoria; quindi un rischio complessivo significativamente diminuito nel confronto con una popolazione a vita sedentaria.
Quali precauzioni bisogna prendere prima di iniziare un programma di attività sportiva sistematica?
L'età, lo stato generale di salute, il tipo di programma sportivo sono i fattori che determinano l'opportunità di coinvolgere un medico e la profondità della sua valutazione.
Un accurato studio dei soggetti prima di una attività fisica intensa è importante per numerosi motivi, fra i quali garantire l'innocuità della prestazione sportiva.
I soggetti apparentemente sani di età inferiore ai 35 anni possono di solito iniziare i programmi di esercizio fisico senza bisogno di sottoporsi al test da sforzo, purché il programma previsto abbia uno svolgimento graduale e il soggetto presti molta attenzione alla eventuale comparsa di sintomi anomali.
Oltre i 35 anni è auspicabile che questi soggetti si sottopongano ad una prova da sforzo massimale prima di iniziare un'intensa pratica sportiva, ciò vale anche per coloro che già svolgono attività fisica una volta raggiunti i 35 anni.
La presenza di fattori di rischio coronarico, anche al di sotto dei 35 anni, dovrebbe spingere a rivolgersi al proprio medico o ad un centro di medicina sportiva che possa valutare la necessità di sottoporsi ad una prova da sforzo preventiva.
I fattori di rischio considerati significativi sono: fumo; pressione sistolica (o massima) superiore a 140 mmHg e/o pressione diastolica (o minima) superiore a 90 mmHg per i soggetti adulti; colesterolemia oltre i 200 mg% dai 20 ai 29 anni, 220 mg% fra i 30 e i 39 e > di 240 mg% oltre i 40 anni; diabete mellito; forte familiarità per coronaropatia (un parente di primo grado affetto da cardiopatia ischemica al di sotto dei 50 anni).
I soggetti con cardiopatie note dovrebbero iniziare solo dopo il parere favorevole del loro cardiologo e, se sono affetti da una cardiopatia importante, possibilmente in un ambiente in cui siano seguiti o rimangano sotto controllo sanitario.
Nel complesso è certamente più salutare praticare una attività sportiva adottando le precauzioni ricordate, piuttosto che condurre una vita completamente sedentaria.
Tuttavia il praticare uno o più sport non è condizione sufficiente, di per sé, a diminuire significativamente la possibilità di essere colpiti da infarto miocardico, se non si riducono anche gli eventuali fattori di rischio coronarico concomitanti.
Autore: Marco Broccolino